Ecco qui una delle pagine più interessanti, come già accennato in precedenza, del diario del convittore defunto Vincenzo Vaccari:
5 dicembre 1941
Caro diario,
era buio quella sera, la nebbia era alta e fitta e non si vedeva ad un palmo dal naso. Strani rumori si udivano per i lunghi corridoi, risate e parole incomprensibili riecheggiavano nell'arco a volta che separava il buio cunicolo dalla scala dei dormitori del convitto. I vetri delle finestre stridevano e sbattevano in continuazione ed anche le porte delle classi non facevano altro che scricchiolare. Atmosfera tetra, la solitudine era nell'aria gelida. Nuvolette di vapore uscivano dalla bocca dei ragazzi e si capiva che l'inverno era alle porte. Il convitto non è di certo il miglior posto dove alloggiare quando le stagioni fredde avanzano. Anche se si è in compagnia, tutto può essere pericolo lì dentro. Mai ci sarei ritornato, anche se mi avessero pagato oro e mai avrei potuto immaginare quello che mi sarebbe successo poco dopo. Un'ombra nera avanzò rapida contro di me, mi scostai appena in tempo o forse l'avevo soltanto immaginato. Ma non ero pazzo, non potevo esserlo, avevo davvero visto quella donna vestita di bianco sfrecciarmi davanti così velocemente. I suoi capelli racchiusi in un'accurata acconciatura di quelle che usavano le donne molti anni fa. Un elegante abito pomposo e voluminoso e volto bianco come porcellana. Forse la paura durò un millesimo di secondo ma in quel breve tempo avevo notato più particolari di quanti ne avessi mai visti in vita mia e non l'avrei negato mai, neanche sotto tortura. Corsi via spaventato ma continuavo a sentirmi osservato. Probabilmente mi girai molte volte dietro per notare qualcuno che però non c'era e continuavo a correre sempre più velocemente finché non arrivai alle scale antiche, quelle grandi. Brividi ghiacciati percorrevano la mia schiena. Solo allora mi calmai e cominciai a scenderle ma il mio cuore batteva forte come non aveva mai fatto. Dopo momenti interminabili ero fuori dall'edificio e i cancelli si richiusero dietro di me sbattendo forte e procurando un orrendo rumore. Mai ritornerò in quel posto.
Vincenzo.
Da paura...
RispondiEliminaLo so è spaventoso... Ma è la triste verità...
RispondiEliminaQuando aggiungerai qualcosa di nuovo??
RispondiEliminaPresto, molto presto
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